QUANTA CONFUSIONE SOTTO IL CIELO DELLA SINISTRA
Nomina sunt substantia rerum: sta nel nome il vero significato delle cose. È sapienza antica: in Platone le idee sono presenti nelle cose e ne rappresentano l’essenza; fuor di metafora, l’idea di sedia non può che estrinsecarsi in una sedia, e non in altro, se vogliamo che sia una sedia.
La sinistra invece continua ad essere divisa, non solo in anarchica, comunista o socialista, che pure contengono in origine l’idea stessa di sinistra, ma in tanti – troppi – altri modi, ridotta in frantumi. Proviamo ad elencare: Partito Comunista, Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, Possibile, Movimento Democratico Progressista, Partito Socialista, Partito Democratico, senza considerare altri movimenti pret-à-porter, come sono anche alcuni di questi e altri sono stati nel passato recente, L’Italia dei Valori ad esempio.
Ognuno per porre l’accento su un sé così minuzioso da risultare una fastidiosa ricerca della distinzione per la distinzione. Possibile non si capisca che occorre riunire le grandi famiglie politiche, chiamandole – per cominciare – con il loro nome? Possibile non si capisca che ogni grande famiglia può comporsi di molteplici sensibilità che si confrontano dialetticamente senza doversi per questo separare?
Diversamente, la stessa appartenenza a un Partito della sinistra rischia di essere equivocata persino da chi vi aderisce. Quanti, ad esempio, continuerebbero ad iscriversi ad un Pd che si chiamasse, esplicitamente, socialista, o comunista, se preferite? E non ci azzardiamo di dire: quanti ad un Pd che esplicitasse quel democratico in democratico cristiano?
Diversamente, ancora, ognuno potrà dire dell’altro, che no, non è di sinistra, o non lo è abbastanza, oppure che vanta storie e tradizioni che non gli appartengono esattamente, come se l’unità dei simili dovesse essere l’unità degli identici. Sarebbe una bella pretesa che fratelli fossero soltanto i gemelli!
Lasciamo andare al loro inutile destino chi non capisce che bisogna unire i campi di appartenenza chiamandoli con il loro nome, prima che sia troppo tardi, prima di risvegliarci dopo una sonora sconfitta, se non elettorale, di sicuro politica. Facciamo dunque in modo che la sinistra possa, nella chiarezza delle appartenenze, tornare ad essere terreno di alleanze o, se necessario, anche di aspro confronto, su quale debba essere la sinistra del terzo millennio. Un nuovo umanesimo socialista, crediamo noi, che sappia conservare all’Europa, con la pace e le libertà, il primato di miglior continente dove vivere nel mondo: il 7% della sua popolazione che ne detiene il 25% della ricchezza ed è protetta dal 50% dell’intera spesa mondiale per lo stato sociale.