Patuelli Polvere e perle

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Polvere e perle
Donne in un interno del Novecento’ 
di Maria Paola Patuelli (Ed. Pendragron)

Si tratta di una storia familiare, dai primi del 900 fino agli anni ’60, che incontra la grande storia, con al centro la vita della madre, giovane staffetta partigiana e sempre animata da instancabile impegno civile.
In quel contesto, la prima parte del libro ripercorre i primi anni del socialismo nei borghi ravennati, dove campeggia il nostro Circolo Aurora, al quale sono dedicate molte pagine che ne tratteggiano il ruolo centrale nella emancipazione di donne e uomini dei ceti più deboli.
Confidando di suscitare il vostro interesse alla lettura del libro, vi proponiamo alcuni cenni di quelle pagine che ci inorgogliscono come socialisti.
 
Il Circolo socialista Aurora                                                                                                        
uno di più vivi e attivi della città. Crocevia di tante vite povere, proletarie e operaie, frequentato sia da artigiani, in genere alfabetizzati, sia da braccianti, quasi sempre analfabeti, attirava i socialisti da ogni parte della città. I circoli socialisti erano sede del Partito Socialista, delle leghe operaie, bracciantili e delle prime cooperative, sedi aperte e libere, fino alle aggressioni fasciste del dopoguerra.

I primi circoli socialisti  fiorirono a nord della città. Ostinazione e organizzazione furono la  loro forza. Andrea Costa, il primo socialista ad arrivare in parlamento, nel 1882 fu eletto qui. Nel 1889 una coalizione di socialisti, repubblicani e radicali ebbe il governo della città, con un giovane Nullo Baldini assessore alle finanze

I circoli di ogni colore, che erano poco più che osterie frequentate quasi solo da uomini, furono il tessuto connettivo di una diffusa passione politica, radicata trasversalmente in tutti i ceti sociali, anche gli ultimi, che allora erano braccianti. Un luogo non solo di vino, ma di autoformazione, di politica, di festa. Circoli poverissimi e sempre sull’orlo della chiusura.  All’inizio del Novecento  i Circoli cittadini Aurora , Marx, prevalentemente di operai, Risveglio prevalentemente di contadini decisero di confluire in uno solo  e di costruire una nuova sede in via Ghibuzza. Per pagare i debiti i soci si autotassarono. L’Aurora  fu inaugurata il 1° maggio 1904. All’inizio i soci erano 200, in pochi anni 500, fra questi 50 donne.  Divenne ben presto  un centro di socialità ed esperienza politica e sindacale per molte donne proletarie ravennati. Nel 1912 fu fondata all’Aurora  la sezione femminile autonoma, con donne braccianti, soprattutto, ma anche operaie dello iutificio. Le donne dell’Aurora si impegnarono nelle lotte per una migliore retribuzione, che superasse il divario che esisteva – al ribasso – fra il salario delle donne e quello degli uomini . Guida politica dell’Aurora fu Maria Goia, che diede alla preparazione culturale delle giovani socialiste grande importanza. Le donne dell’Aurora leggevano insieme e commentavano, creando sconcerto nei loro compagni di circolo, in genere meno preparati di loro. Da ricordare le manifestazioni pacifiste delle giovani socialiste per protestare contro le guerre, a partire da quella della Libia del 1913. L’Aurora era frequentato anche da bambini  e da giovanissimi. Ci fu per i figli dei socialisti un luogo alternativo all’asilo del prete. Fu aperta una scuola per alfabetizzare e consentire così il diritto di voto, prima della riforma  elettorale del 1912. L’Aurora divenne il circolo socialista più importante della città.                                     

…Era quasi come respirare. Normale, naturale essere socialisti. Era strano che altri non lo fossero, sopratutto se  erano “lavoratori”. Normale che non fossero socialisti i “padroni”, o i “ pidocchi rifatti” dimentichi delle loro origini, i peggiori, i senza coscienza e i senza memoria. Imperdonabili.

Questo pensavano. Ideologia o, meglio, “ l’idea”, era una parola che si pronunciava con rispetto, quasi sull’attenti.