SUL NUMERO DI APRILE 2017 DE il puntO (leggilo tutto QUI)
CONVENZIONE COMUNE DI RAVENNA/SCUOLE FISM
RAFFAELLA SUTTER, RAVENNA IN COMUNE, VOTA NO
RAFFAELLA SUTTER, RAVENNA IN COMUNE, VOTA NO
Nella seduta del Consiglio comunale dell’11 aprile scorso sulla approvazione della convenzione triennale, tra Comune di Ravenna e Fism, la Federazione delle scuole materne cattoliche, per un importo di €.2.500.000, la consigliera della Lista Ravenna In Comune, Raffaella Sutter, ha espresso così parere e voto contrario:
L’amministrazione comunale motiva da sempre la propria scelta sostenendo che in diverse località del comune le scuole paritarie autonome cattoliche sono l’unico servizio esistente su quel territorio, e quindi è indispensabile mantenerne la presenza. Mi chiedo, come si può garantire la possibilità di scegliere ovunque e per tutti una scuola non religiosa? Non si può, né si deve chiedere alle scuole cattoliche di snaturare la propria vocazione, né la propria autonomia educativa, ma sono il Comune e lo Stato a dover essere garanti della laicità. I servizi comunali, invece di chiudere, dovrebbero essere ampliati per garantire tale libertà. Ma se si continua a diminuire l’offerta pubblica e a finanziare quella privata sarà sempre così. Quando si sostiene che le scuole Fism erogano servizi in orari più flessibili per andare incontro ai bisogni dei genitori, mi chiedo perché il Comune non sperimenta il servizio pubblico con orari più flessibili, reinvestendo parte dei fondi che oggi destina alle scuole materne private?
I socialisti da sempre ribadiscono che queste convenzioni, presenti in buona parte del territorio nazionale, disattendono l’art. 33 della Costituzione che offre sì la possibilità ad Enti e privati di istituire scuole, MA SENZA ONERI PER LO STATO. La stessa legge riconosce il pluralismo dell’offerta educativa e il diritto di scelta per i genitori, un diritto che questa convenzione non riconosce a tutti i cittadini.
I socialisti ritengono che lo Stato e gli Enti locali debbano finanziare e potenziare solo ed esclusivamente la scuola pubblica, cessando o limitando la distribuzione a pioggia di denaro per le private, che ognuno è libero di scegliere, ma non obbligato.
I socialisti ribadiscono che l’istruzione pubblica rappresenta un valore imprescindibile.
I socialisti ritengono che lo Stato e gli Enti locali debbano finanziare e potenziare solo ed esclusivamente la scuola pubblica, cessando o limitando la distribuzione a pioggia di denaro per le private, che ognuno è libero di scegliere, ma non obbligato.
I socialisti ribadiscono che l’istruzione pubblica rappresenta un valore imprescindibile.